Non ero mai stata in Polonia e non avevo idea di come potesse essere. L’arrivo a Varsavia, nel tardo pomeriggio del primo lunedì di settembre, non è stato dei migliori: pioggia battente, freddo e vento. Unica consolazione per la serata persa è stato un club sandwich nell’enoteca dell’hotel e un sonno ristoratore.
Cielo blu e sole splendente sono stati il mio buongiorno – oltre a una ricca colazione – condizioni ideali per una lunga passeggiata alla scoperta della città.
Sapevo che Varsavia era stata quasi interamente distrutta durante la seconda guerra mondiale e che l’80% dei palazzi sono stati ricostruiti, ma ha mantenuto il suo fascino e splendore. Si attraversano grandi viali e parchi curati, si scorgono vecchie residenze decadenti o antiche ville rifatte, case di chiaro stampo comunista e chiese imponenti, piazze aperte, monumenti, statue e colonne e la città vecchia – deliziosa – completamente ricostruita esattamente come un tempo.
Si respira l’aria del passato nei pochi luoghi rimasti, come il vecchio caffè dell’hotel Bistrol, carico di storia, charme e poesia come se lì il tempo si fosse fermato.
Camminavo e scoprivo angoli nascosti, cortili, vie e persone. Ai polacchi piace sedersi nei tavolini all’aperto dei numerosi caffè, bistrot e ristoranti e trascorrere ore piacevoli sotto il sole di questa fine state insolitamente calda tra un bicchiere di vino e un cappuccino, una fetta di torta e un pasto vero e proprio.
Dopo tre ore di cammino era giunta l’ora di rientrare per incontrare il resto del gruppo e poi avevo fame!
Il primo pasto polacco l’abbiamo fatto in una ex libreria con annesso ristorante OPaslyTom (oggi si può solo mangiare), un piccolo locale di proprietà di due famosi ristoratori di Varsavia, Agnieszka e Marcin Kręgliccy. Molti dei prodotti che utilizza la chef Agata Wojda nella sua cucina provengono da produttori locali.
Piatti semplici con di ingredienti di alta qualità per un menu fisso senza pretese, ma estremamente sofisticato. Agatha ha deliziato i nostri palati con i suoi interessanti piatti delicati e saporiti, inaspettati e ben fatti, malgrado la piccolissima cucina in cui opera.
Mela al forno, cavolfiori, aringhe in carpione, mousse di avocado / Baked apple, cauliflower, herring soused, avocado mousse
Barbabietola, aioli, sesamo o semi di Nigella, more, formaggio fresco / Beetroot, aioli, nigella seeds, rasperries, fresh cheese
Pierogi con grano saraceno, formaggio di latte di pecora e santoreggia / Pierogi with buckwheat, sheep milk cheese and summer savory
Petto d’anatra, salsa di miele di grano saraceno, barbabietole, mirtilli, semole, semi di lino /Duck breast, buckwheat honey sauce, beetroot, cranberry, groats, linseed
Degustazioni di mini dessert / Degustation of mini desserts
Dopo un giro veloce ad un piccolo mercato coperto, ci attendeva un interessante degustazione di Vodka (lo sapete che la Vodka non va servita ghiacciata e che quando è fatta con le patate è buonissima?) in un nuovissimo spazio THE ROOTS Cocktail bar
accanto al ristorante Elixir, elegante e con pezzi molto originali, dove abbiamo mangiato un ottima cena in abbinamento al distillato.
Questo il menù della serata.
Szuba herring
Black Pudding
Fish Soup
Pork Knuckle
Plum Meringue