Ho già parlato di Franco Pepe, ma non ero ancora stata a “casa sua”, a Caiazzo, nell’alto casertano, dove, con coraggio, ha aperto il suo locale, la sua pizzeria “Pepe in grani”.
Franco ha una tradizione da pizzaiolo, da tre generazioni, ma ormai è diventato grande, ha deciso di percorrere la sua strada, ha scelto di fare una buona pizza in un bellissimo posto!
L’ambiente che ha creato è ricercato, un rudere ristrutturato nei minimi particolari, colori tenuti, legno, archi, prodotti locali in bella vista, una terrazza che si apre su un bellissimo giardino con agrumi, un secondo piano dove si può mangiare ed un piccolo spazio intimo sopraelevato con un tavolino e due sedie che si affaccia su tutta la vallata.
La cucina è aperta, il forno a legna è uno spettacolo, c’è un via vai del personale, gentilissimo e pronto ad ogni richiesta, tutto è a vista, non ci sono segreti, chiunque è il benvenuto, la gente arriva, saluta, chiacchera e va via contenta, con la pancia piena di prelibatezze e la cordialità del padrone di casa.
Però pochi hanno la fortuna di entrare lì alle 9,30 del mattino, quando Franco inizia ad impastare, da solo, con la forza delle sue braccia e mani… si, lui impasta totalmente a mano, nessuna impastatrice, perché deve sentire la morbidezza, l’umidità, l’elasticità, il profumo della pasta, la sua “bambina” è stato uno spettacolo vederlo in azione, la farina, l’acqua, pochissimo lievito di birra come starter, un barattolo di pasta madre da cui attingere la giusta dose, il sale, questi i suoi ingredienti: aggiunge, ascolta con le mani, la fa crescere, la prende a pugni, la massaggia, la rivolta, l’accarezza, l’assaggia, la prova, la sente e quando è pronta la copre per lasciarla riposare.
Oltre all’impasto da sempre si muove alla ricerca delle materie prime, cercando le eccellenze dell’alto Casertano, divulgando e promuovendo i prodotti e i produttori che utilizza, dalla mozzarella alle acciughe, dal vino alla birra, dalle stuzzicherie ai dolci, qui nulla è per caso, tutto è studiato, testato, voluto.
E tutto ciò lo si trova nelle pizze
- pomodoro Piennulo del Vesuvio dop, mozzarella di bufala Dop del Casolare, aglio ed origano dell Alto Casertano
- pizza con”ceci delle colline caiatine” con fiordilatte e scamorza affumicata del Casolare, ceci delle colline caiatine, aglio ed olio evo
- calzone con scarola riccia con scarola riccia, acciughe di Cetara, capperi, olive caiazzane, olio evo caiazzano
- calzone del Casolare con ricotta e mozzarella di bufala Dop, scamorza affumicata e ricotta del Casolare, salame di maiale Nero del casertano e macchia di pomodoro
- dettaglio calzone del casolare
- dettaglio calzone del casolare
- pizza ai “Sapori del Cilento” con mozzarella di Bufala Dop, ricotta di Paestum e carciofi Igp del Cilento
- “Pinsa Conciata del ‘500” detta Mastunicola con sugna di Maiale Nero Casertano, Conciato romano de Le Campestre, pepe, origano dell Alto Casertano, basilico, confettura di fichi del cilento
- calzone fritto con scamorza, salame, pepe e scamorza affumicata del Casolare
- pizza con aglio, olio, pepe, prezzemolo e acciughe di Cetara
- pizza con aglio, olio, pepe, prezzemolo e acciughe di Cetara
- “Sole nel piatto” con pomodoro Piennulo del Vesuvio dop, mozzarella di bufala Dop del Casolare, acciughe di Cetara, olive caiazzane ed origano dell Alto Casertano
Tutto era una scoperta, ogni pizza era diversa, buona, gustosa, delicata, piena, saporita, su ognuna c’era una storia dietro, un incontro, una scommessa, un valore, una persona.
E’ sempre bello vedere che c’è chi ha ancora voglia di lavorare, di mettersi in gioco, di osare, di non aver paura, di parlare della propria terra con orgoglio, di unirsi per migliorare, di stancarsi ma non perdere mai le energie e la forza!
Alla fine parlare della pizza sembra quasi un di più, ma è anche grazie a questo straordinario alimento che ho potuto incontrare tante realtà diverse in un solo posto, tante magnificenze, tanta umanità, tanto di tutto… un ottimo motivo per “capitarci per caso”.